Dopo la Cina ora tocca anche all’Italia e possiamo considerarla come l’unica buona notizia a conseguenza della diffusione rapidissima del Covid-19 che in poche settimane ha letteralmente messo in ginocchio il Paese e rivoluzionato le nostre vite.
Stiamo parlando naturalmente della concentrazione degli inquinanti, un vero flagello per il nostro Paese e in particolare al Nord, l’area più colpita dal coronavirus. Il cambiamento della nostra vita quotidiana è in qualche modo messo in risalto da quelle che sono le osservazioni satellitari.
Nell’Italia Settentrionale il biossido di azoto ha ridotto in modo impressionante la sua presenza nei bassi strati dall’inizio dell’emergenza ad oggi, fin quasi a ridursi ad un velo sottile come osservato dalle immagini del satellite Sentinel 5 dell’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea.
Questo gas nocivo fa parte della famiglia degli ossidi d’azoto presenti in varie dosi e generati dalla dai combustibili fossili sprigionati soprattutto dagli impianti di riscaldamento, dalle automobili e dalle fabbriche industirali. Noto è il suo effetto negativo soprattutto per le persone che soffrono di patologie respiratorie.
In generale sono comunque diminuiti tutti i principali inquinanti, compreso il particolato sottile. Lo smog si è fortemente ridimensionato e basti pensare che in questa prima metà di marzo in Piemonte nessuna centralina ha mai superato il valore limite di PM10, pari a 50µg/m³.
A contribuire in modo determinante a questo calo dell’inquinamento sono state le misure prese per far fronte all’emergenza Coronavirus, con la riduzione della circolazione dei veicoli e delle attività produttive imposto dalle circostanze, oltre alla chiusura delle scuole.
Lo stesso effetto, più forte, era stato rilevato nei cieli della Cina dai satelliti della Nasa e dell’Esa agli inizi di marzo dove i livelli di biossido d’azoto erano scesi del trenta per cento. In qualche modo è il lato positivo di questa grave emergenza, ma fa tristezza che a provocare tutto questo non siano strategie a favore dell’ambiente.