Secondo l’indagine epidemiologica condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, la trasmissione dell’infezione da coronavirus è avvenuta in Italia per tutti i casi, fatta eccezione per i primi tre avuti nella regione Lazio curati allo Spallanzani, che si erano verosimilmente infettati in Cina.
Questo è quel che emerge da un primo approfondimento sui dati epidemiologici realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, tenendo però conto di meno di 5 mila casi rispetto ad un totale infezioni arrivato ormai a oltre 20 mila.
I primi casi sintomatici di coronavirus in Italia risalgono alla fine di gennaio e come ormai noto il primo contagio europeo è avvenuto in Germania. Non è possibile ricostruire, per tutti i pazienti, la catena di trasmissione dell’infezione.
L’Istituto ha poi rilevato come la Regione Lombardia ha segnalato una persona di nazionalità iraniana, anche se tuttavia non è stato indicato dove possa essere avvenuto il contagio anche se la persona si è verosimilmente infettata in Iran.
La maggior parte dei casi segnalati in Italia riportano un collegamento epidemiologico con altri casi diagnosticati in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, le zone più colpite dall’epidemia. Questo è quanto sostiene l’Iss, che considera i dati fino al 9 marzo.
Sempre l’Iss mette in evidenza che ci sono diverse conferme relative al fatto che il Covid-19 circolasse in Italia da molto tempo, ben prima di quando è esploso il problema a Codogno: in quel comune, i positivi erano già malati di seconda o terza generazione. Molti scenari restano ancora senza risposta.