Come se lo stress da pandemia COVID-19 non fosse abbastanza, nel weekend è prevista un’imponente ondata di freddo ma soprattutto un’impennata di inquinamento da PM10 (il cosiddetto particolato). In realtà è già da alcuni giorni che stiamo registrando valori estremamente elevati di inquinanti atmosferici particolati (PM10 appunto) su gran parte dell’Europa meridionale. Le particelle, a partire da ieri, si stanno propagando anche all’Europa centrale e occidentale.

Come ben saprete le grandi città (soprattutto nelle aree metropolitane), dove gli strati di inversione sono responsabile spesso di concentrazioni più elevate di particelle PM2.5 e PM10, sono le più a rischio per quanto riguarda le patologie respiratorie. Vari studi scientifici hanno dimostrato che una maggiore esposizione all’inquinamento atmosferico da particolato determina una minore capacità di risposta alle infezioni polmonari in quei pazienti che hanno patologie respiratorie e cardiache croniche.
Considerazioni importanti in questo periodo, perché il coronavirus COVID-19 attacca con più facilità pazienti affetti da patologie di questo genere.
Nelle ultime 48 ore molte stazioni meteorologiche dell’Europa centro-meridionale e dei Balcani hanno registrato valori estremamente elevati di PM10. Generalmente abbiamo valori di 20-30 µm, quando si superano 50 µm in molte città scatta l’allerta. Pensate, nelle aree suddette sono stati osservati valori anche più di 5-10 volte superiori al normale!
Nella giornata di oggi, domenica 29 marzo, le alte concentrazioni di PM10 si diffonderanno in Germania, raggiungendo anche il Benelux e la Francia. Rimarranno alte sui Balcani e nell’Europa centrale, compresa l’Italia. Ad inizio settimana l’avanzata del fronte artico dovrebbe ripulire l’aria, eccezion fatta per alcune aree del Mediterraneo e dei Balcani meridionali dove il particolato insisterà sino a metà della prossima settimana.