La definizione di pandemia, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, serve a descrivere un contesto mondiale nel quale un nuovo virus tende a diffondersi in tutto il mondo e contro il quale la maggioranza degli uomini non ha difese immunitarie.
Una pandemia è una malattia epidemica che si espande rapidamente diffondendosi in più aree geografiche del mondo. Da questo momento il coronavirus è ufficialmente una pandemia, quindi non più epidemia confinate ad alcune aree geografiche, ma diffusa in tutto il pianeta.
I paesi colpiti al mondo sono 114 su 193, interessati tutti i continenti ma soprattutto nell’emisfero nord. In questo momento il coronavirus, dalla sua comparsa, ha causato oltre 118mila contagi, di cui il 90% però concentrati in tre stati, e 4200 vittime.
La dichiarazione di pandemia spetta al direttore generale dell’Oms e non esistono criteri oggettivi per arrivare a tutto questo. L’ultimo precedente di pandemia risale al 2009, quando allora i vertici dell’Oms vennero accusati di aver dichiarato troppo presto la pandemia di fronte all’influenza suina.
In merito al coronavirus, si è atteso il più possibile, ma è stato inevitabile definire Covid-19 come pandemia. Questo non deve però pensare ad un’avanzata inarrestabile, ma secondo quanto dichiarato dal direttore dell’Oms si è impegnati in una lotta che può essere vinta se si faranno le cose giuste.
A convincere l’Oms è stata la curva crescente non più in pochi paesi (prima la Cina, poi Italia, Iran e Corea del Sud), ma nell’intera Europa e in un’America che vede crescere l’ondata di contagi. Secondo l’OMS ci sono troppi paesi che non stanno facendo abbastanza per arginare l’epidemia.
Ma cosa cambia? Ben poco sulla valutazione della minaccia. Ora l’Oms potrà emanare direttive e inviare équipe nelle nazioni più colpite come fatto in Cina, Italia e Iran. Potrà anche prendere nuove misure per l’invio ai paesi più colpiti di presidi sanitari, come ad esempio le mascherine.
Per l’Italia non cambia nulla, viste le misure molto restrittive già adottate da giorni a livello nazionale e che alcune regioni chiedono d’inasprire. Semmai a questo punto è chiamata ad un grande sforzo tutta l’Europa, per mettere a punto tutte le azioni straordinarie necessarie al contrasto della diffusione del virus.