Ci siamo oppure no in quella che potrebbe costituire la grande svolta meteo dell’Inverno? Ormai la stagione invernale si è consumata per 1/3 circa, Marzo è il primo mese della Primavera meteorologica, i periodi freddi da allora in poi saranno definiti colpi di coda dell’Inverno.

I fatti: per tutto l’inverno il Vortice Polare avuto un eccezionale intensità, addirittura in questi giorni sta raggiungendo valori da record come potenza. La scala di misurazione della sua intensità potrebbe raggiungere +7, un dato fuori scala.
In effetti l’inverno del nostro Emisfero è pressoché intrappolato all’interno di questo Vortice che ruota attorno al Polo Nord, che si estende in prossimità del Circolo Polare Artico, e con le sue anse si protende a tratti verso sud, generando ondate di maltempo e periodi di freddo.
Il Vortice Polare, nello scenario europeo è stato con conglobato (all’incirca) dalla bassa pressione d’Islanda, quella che richiama le perturbazioni dalle coste orientali degli Stati Uniti, le intensifica e poi le spinge verso l’Europa.
Ma in Europa mediterranea, di perturbazioni ne giungono davvero poche. Attualmente una tempesta sta interessando le Isole Britanniche, c’è allerta meteo in Francia, in Benelux, in Germania e su parte della Svizzera per la possibilità di tempeste di vento.
Si ripetano condizioni meteo estreme come quelle che abbiamo visto neppure una settimana fa, quando si ebbero ingenti danni per le raffiche di vento che raggiunsero i 150 km/h in località abitate, mentre si crinali alpini anche oltre i 200 km/h. Sono velocità che si stanno presentando sempre più spesso sulle coste occidentali dell’Irlanda, della Scozia e dell’Islanda. Quest’ultima continua a essere ostaggio di terribili tempeste di neve. Tempeste di neve si stanno verificando con eccezionale intensità e frequenza sull’estremo nord della Scandinavia, dove gli accumuli hanno raggiunto spessore eccezionale.
Nel Mediterraneo e l’Italia, invece, prevalgono da tempo le Alte Pressioni, con condizioni meteo siccitose, temperature sopra la media stagionale.

Le proiezioni dei centri di calcolo tentennano ancora parecchio per il meteo del lungo termine, ma col proseguire della stagione aumenteranno i contrasti termici, in un contesto di temperature massime che sono aumentate rispetto a gennaio per il contributo di pomeriggi soleggiati, della maggior durata del giorno e le correnti relativamente miti. In molte località ci sono condizioni climatiche semi primaverili. Vi abbiamo parlato della fioritura precoce delle piante, dell’assenza di precipitazioni costanti, e soprattutto del freddo che dovrebbe fare in questo periodo, e che è mancato sia in dicembre che a gennaio.
Il Vortice Polare però potrebbe orientarsi nuovamente verso l’Europa dopo la seconda parte del mese di febbraio, e introdurre aria fredda verso il Mediterraneo centrale. Ciò potrebbe non essere la grande svolta stagionale, in quanto le alte pressioni potrebbero tornare sul nostro Paese. Insomma, rischiamo di avere colpi di coda invernali da marzo in poi, quindi una Primavera meteorologica capricciosa, che a tratti potrebbe somigliare (non essere uguale) a quella che si ebbe appena l’anno scorso, quando la neve cadde sino a quote basse persino a fine maggio.
Al momento non abbiamo dati per potervi dire come sarà la Primavera se simile a quella dello scorso anno, oppure più mite rispetto la norma, con il ritorno anche delle precipitazioni oppure no. I perché di tale incertezza ci sono nonostante le molteplici proiezioni stagionali a cui diamo credito sommariamente. Esse tracciano anomalie continue, ormai quasi costantemente verso il caldo e la riduzione di piovosità su ampie aree d’Europa. Ma poi nella realtà le piogge e nevicate avvengono, e sono intense e concentrate in brevi periodi.
Nel video, fiocchi di neve su Napoli il 7 Aprile 2003. Credit Carlo Migliore YOUTUBE.
L’esperienza ci ricorda che se l’Inverno è anomalo, le conseguenze si ripercuotono in Primavera con alta probabilità, ma non sempre succede ciò. Ad esempio, nel 1976 non fu così, quando si ebbe una serie di stagioni anomale.
A pagare le maggiori conseguenze fu l’Estate europea, che dopo un inizio molto caldo, divenne tempestosa tra luglio e agosto. Furono estreme anche le Estati 2002, ed anche se meno la 2014. Ma soffermiamoci ad una evoluzione meteo più breve, già abbiamo il sospetto che le anomalie climatiche proseguiranno anche prossimamente.
Un po’ tutto abbiamo la consapevolezza che non ci siano le stagioni di una volta, quelle descritte nei libri di climatologia o che abbiamo nei ricordi. Stiamo vivendo cambiamenti climatici piuttosto importanti, ciò determina confusione in ambito previsionale (incertezza), nella quotidianità di molti di noi, e sopratutto nella flora, la fauna e l’agricoltura che soffrono più che l’uomo i cambiamenti del clima.
Ora come ora, la svolta invernale ci potrebbe essere tra fine mese e marzo. Questo è quello che riusciamo a capire dall’interpolazione di dei dati, ma servono conferme. La scienza che si occupa di previsioni a lungo termine traccia linee di tendenza, che non sono certezze.