Chi di voi non controlla che tempo farà sul cellulare, tablet o sul pc quasi tutti i giorni? Penso davvero pochi, giacché questo è un sito meteo, e perciò la domanda dovrebbe essere esposta ad un pubblico più eterogeneo.
I nostri avi, al solo scrutare del cielo, al comportamento degli animali, al riacutizzarsi di alcuni dolori, riuscivano a fare una stima del tempo futuro. Gli agricoltori erano straordinari elaboratori di previsioni meteo, ma lo erano ancor più i pastori, specie quelli che erano dediti alla periodica transumanza.
Ma molte altre professioni utilizzavano quelli che possiamo definire “schemi meteorologici di comportamento” per fare previsioni meteo delicate, e fra questi c’erano i pescatori.
Oggigiorno siamo travolti da troppa informazione, senza poi contare che c’è anche quella distolta che annuncia tragedie ad ogni prevista pipì di gallina (pioggia).
Dove sono finiti i giorni in cui “rosso di sera bel tempo si spera”, oppure “se il ragno fa il filato, bel tempo è assicurato”, o ancora “rosso di mattina maltempo si avvicina” e in tema con il mese “aprile ogni goccia un barile” o ancora “Palme molli, Pasqua asciutta”.
Proverbi e detti popolari esprimevano un insieme di elaborazioni che erano frutto dell’esperienza, che di certo non è raffinata come quella della meteorologia moderna, ma che vantavano informazioni tramandate da padre a figlio.
L’uomo possiede davvero un barometro naturale? La risposta degli scienziati è affermativa, e fa parte di quegli organi di senso che stiamo perdendo perché non alleniamo più, perché è più facile ed immediato, e magari anche più affidabile, utilizzare la tecnologia. Ma allora si, l’uomo ha un barometro scassato.